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Emmanuel Carrère, tra i fantasmi della finzione e le ombre dell’Io

Emmanuel Carrère, tra i fantasmi della finzione  e le ombre dell’Io

A partire da L’avversario (tradotto nel 2000 da Einaudi), la scrittura di Emmanuel Carrère ha trovato il suo perno in un’originale ibridazione di biografia e autobiografia, una sorta di corpo […]

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 18 luglio 2021
A partire da L’avversario (tradotto nel 2000 da Einaudi), la scrittura di Emmanuel Carrère ha trovato il suo perno in un’originale ibridazione di biografia e autobiografia, una sorta di corpo a corpo letterario con la vita altrui, il cui ritratto biografico emerge a condizione di continui e ossessivi rimandi al sé, in un costante contrappunto con la propria vita, secondo una postura autobiografica che incontra il mondo a partire dai propri fantasmi. Poiché l’oggetto biografico dipende dalle contingenze esistenziali dello scrittore, vera misura della vita altrui, esso non è mai stabilmente classificabile: dal completo anonimato di un reduce di guerra...

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