Cultura

Enzo Mari, «il mio progetto del piccolo ha la dignità di un grattacielo»

Enzo Mari, «il mio progetto del piccolo ha la dignità di un grattacielo»Enzo Mari nel 1974

Ritratti La scomparsa a 88 anni del grande designer, docente e artista. Attento alla progettazione, cui assegnava un valore politico e sociale, rifuggiva dalle logiche mercantili, dal banale e l'ovvio, rivendicando la «qualità etica dei bisogni»: negli oggetti, negli arredi, nelle soluzioni per gli ambienti rubani

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 20 ottobre 2020
Stavamo ragionando sugli «omaggi» (Triennale) e sulle riproposte (Galleria Milano) che questo autunno, per una strana coincidenza, riguardano Enzo Mari che l’improvvisa notizia della sua morte ci addolora e disorienta più di altre. Mari, infatti, era un lettore esigente e severo di questo giornale, un riferimento continuo per qualsiasi confronto volessimo avere sul progetto contemporaneo. Perché va detto con chiarezza, è il mestiere di progettista con i suoi risvolti teorici e politici che lo interessava. È quindi riduttivo pensare che fosse solo un designer nell’accezione corrente. Anzi, del design rifiutò per tutta una vita sia le logiche mercantili, sia l’ideologia...

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