Alias Domenica
Ercolano e Carlo III, un’avventura dello spirito
La cultura dell'antico a Napoli Un volume di studi per gli ottant’anni di Fausto Zevi, pubblicato dall’Erma di Bretschneider, riflette sull’avvento dell’antiquaria neoclassica all’epoca dei Lumi, sotto l’egida dei Borboni
Giovanni-Battista Piranesi (1720-1778), Pronao del tempio di Nettuno e vedute di Paestum
La cultura dell'antico a Napoli Un volume di studi per gli ottant’anni di Fausto Zevi, pubblicato dall’Erma di Bretschneider, riflette sull’avvento dell’antiquaria neoclassica all’epoca dei Lumi, sotto l’egida dei Borboni
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 15 novembre 2020
Se nel Settecento ai due poli tradizionali del culto per l’antico – Roma e Firenze – se ne aggiunge prepotentemente un terzo – Napoli – ciò si deve a due concomitanti motivi: la straordinaria quanto inattesa scoperta di Ercolano (nel 1738) e Pompei (dieci anni dopo) e la determinazione con cui il re Carlo III volle farne un mezzo per dare lustro alla propria corona. L’esibizione della ‘bella antichità’, come si usava dire, diventava ora possibile anche per il nuovo sovrano, insediatosi proprio nell’anno della scoperta di Ercolano. Nel porre l’esplorazione di quel sito sotto il controllo diretto ed esclusivo...