Cultura

Éric Fassin, la pandemia vissuta nella banlieue

Éric Fassin, la pandemia vissuta nella banlieueUna manifestazione organizzata a Saint-Denis il 9 giugno del 2019

TEMPI PRESENTI Un’intervista con il sociologo francese a partire dalle tensioni parigine. La gestione del lockdown non è uguale per tutti. Le oppressioni raddoppiano a carico dei più deboli. «Le logiche della dominazione si intersecano. Nella crisi sanitaria le disuguaglianze sono aumentate. Ciò è ancor più vero in tutte le professioni assistenziali, nella cura dei malati, degli anziani, dei bambini». «C’è una differenza di classe: lo smart-working è per i lavori d’ufficio. Chi non vuole perdere la propria occupazione deve stare in presenza e quindi più esposto»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 6 maggio 2020
Seguendo la traiettoria strategica di altri paesi europei, tra cui l’Italia, la sera di lunedì 16 marzo Emmanuel Macron, si è rivolto alla nazione in videoconferenza per annunciare le misure di contenimento dell’espansione epidemica. Una campagna di raccomandazioni fatte di «gesti barriera» ha culminato con la «fase tre» delle misure di distanziamento sociale che corrisponde all’attuale stato delle cose in Francia. Poco più di un mese dopo (domenica 19 aprile), dopo che un uomo è stato gravemente ferito dalla polizia di Villeneuve-La-Garenne, le proteste hanno cominciato ad accendersi in diversi quartieri popolari attorno a Parigi, come nel dipartimento della Seine-Saint...

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