Cultura
«Essere scuola», cercando anche una nuova empatia
Lezioni a distanza Ho impartito istruzioni tecniche a madri che mi hanno raccontato che hanno più figli da seguire e che in casa non c’è un computer per ciascuno, che non riescono a star dietro a comunicazioni che si susseguono ad ogni ora, a piattaforme che si moltiplicano
Lezioni a distanza Ho impartito istruzioni tecniche a madri che mi hanno raccontato che hanno più figli da seguire e che in casa non c’è un computer per ciascuno, che non riescono a star dietro a comunicazioni che si susseguono ad ogni ora, a piattaforme che si moltiplicano
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 25 marzo 2020
«Buongiorno, come state?». «Ci annoiamo». «Siete preoccupati?». «Un po’». «Torneremo a scuola, prof?». I loro visi mi tornano smunti, pallidi attraverso il monitor del pc. L’immagine scatta, si blocca. Alle loro spalle peluches e gadget della squadra del cuore. Alcuni indossano cuffie che mi appaiono enormi, sproporzionate. Sono più di due settimane che ci inventiamo un modo di essere scuola senza stare a scuola. Il ministero ha emanato note con indicazioni pretenziose quanto vaghe, di fatto «un armatevi e partite», che i dirigenti traducono in un’ulteriore pressione burocratica. La scuola, anche nell’emergenza, riproduce le sue rigidità, la gravità della sua...