Europa
Sassoon: l’Europa, difficile miracolo
Il pamphlet Le disuguaglianze crescenti e gli egoismi delle regioni più ricche rendono sempre più complicato il progetto di un’unione vera. Mentre si allontanano gli obiettivi della solidarietà e della redistribuzione. Intervista allo storico inglese Donald Sassoon, con uno sguardo alla sinistra e al populismo crescente in Gran Bretagna, da sempre euro-scettica
Parigi, sciopero delle ostetriche nel novembre 2013: "Più salario e un maggiore riconoscimento da parte della sanità" – Reuters
Il pamphlet Le disuguaglianze crescenti e gli egoismi delle regioni più ricche rendono sempre più complicato il progetto di un’unione vera. Mentre si allontanano gli obiettivi della solidarietà e della redistribuzione. Intervista allo storico inglese Donald Sassoon, con uno sguardo alla sinistra e al populismo crescente in Gran Bretagna, da sempre euro-scettica
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 25 maggio 2014
Leonardo ClausiLONDRA
«Quando l’Europa era al centro dell’universo, e cioè più di 150 anni fa, gli europei non parlavano dell’Europa. Hanno iniziato a farlo solo da quando l’Europa ha cominciato a passare dal centro alla periferia del mondo». Ad affermarlo è lo storico Donald Sassoon nelle prime righe del pamphlet Quo vadis Europa? (Castelvecchi), dove ricostruisce in maniera realistica e spassionata la crisi del progetto europeo. Un’analisi pessimistica (perché «le false speranze non devono oscurare la comprensione della situazione») che vuole contribuire, però, a trovare una strada per salvare «il miracolo di un’associazione di 28 Paesi che (…), malgrado tutto, cercano di...