Io editoriali altrettanto problematici, pensosi, profondi e illuminanti non li ho mai letti.
Fabrizio Roncone, Corriere della Sera (i passaggi clou):
La normalità di Tajani, ex monarchico rivoluzionario con garbo (è il titolo)
Come Garibaldi e Pancho Villa, Steve Jobs e Pep Guardiola. E adesso, appunto, lui: Tajani…
in questa campagna elettorale per le Europee così confusa e modesta, rumorosa e volgare, così tristemente incanaglita dalle inchieste giudiziarie, fa una rivoluzione tutta sua, molto personale e inattesa, riempiendola di meravigliosa normalità.
…Tajani è rassicurante, mentre gli altri - di solito - spaventano terribilmente…
Tajani è coerente, perché - piaccia o no - oggi ripete più o meno quello che diceva ieri …Tajani è sempre propenso alla mediazione (dovrebbe chiedergli un po’ di ripetizioni la Schlein, capace di trasformare il Nazareno, che già non era Disneyland, in un luogo di efferati intrighi). …
Tajani è pieno di misura…e ragionevolezza…
Tajani ha il sacro rispetto delle istituzioni…
A questo punto, le domande sarebbero un paio. Intanto: dove porta tutta questa sua affascinante normalità?
Già, dove porta?
Dove porta gli altri non so.
A me mi ha portato a pensare: ma a un leccaculo così chi gli ha dato il patentino di giornalista?