Non mi trovo d’accordo su questo cambio di prospettiva.
Sono convinto che il disturbo e la provocazione delle azioni intraprese possano continuare ad essere un metodo comunicativo efficace.
Data la gravità dello stato di salute del pianeta, omologarsi alle manifestazioni/sit-in rischia di indebolire il loro approccio e rafforzare le multinazionali schierate contro il cambiamento immediato.
Per fare un confronto abbastanza recente, il movimento delle sardine nacque slegato da qualsiasi logica, appena hanno iniziato a politicizzarsi si sono estinti come neve al sole.
Comprendo anche che le leggi e lo status quo possono ostacolare queste azioni sacrosante dal punto di vista ideologico ma eticamente impertinenti e aspetto di vedere cosa accadrà, con la nuova situazione normativa, alle Ong e all’impatto su un’altra emergenza inconciliabile.
Politicizzare le azioni non sempre è un gesto di maturità.
Ho letto proprio ieri un’intervento di Manlio Pertout https://www.pressenza.com/it/2023/01/entrare-nel-nuovo-anno-con-accettazione-del-dolore-immaginazione-e-gioia/ che analizza la condizione della Resistenza, della Ribellione, della Rivoluzione e della rassegnazione.
Spero proprio che questo cambio di strategia di XR non sia uno stato di rassegnazione.