Alias Domenica
Farsari e le Yokoama shanin, ricordi coloriti a mano
A Roma, Istituto Giapponese di Cultura, "Adolfo Farsari. Il fotografo italiano che ha ritratto il Giappone di fine ’800", a cura di Osano Shigetoshi Sulla linea di Felice Beato, immortalò il paese del Sol Levante con immagini vedutistiche o composte in studio, poi teneramente ritoccate
Adolfo Farsari, "Risciò", fine XIX secolo, stampa all’albumina, coloritura a mano
A Roma, Istituto Giapponese di Cultura, "Adolfo Farsari. Il fotografo italiano che ha ritratto il Giappone di fine ’800", a cura di Osano Shigetoshi Sulla linea di Felice Beato, immortalò il paese del Sol Levante con immagini vedutistiche o composte in studio, poi teneramente ritoccate
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 8 novembre 2020
Nel teatrino della quotidianità il ritmo del tempo è scandito dalle stagioni. La primavera è nei ciliegi in fiore, l’estate negli iris, l’autunno negli aceri, l’inverno nella neve. Così lo racconta Adolfo Farsari (1841-’98) nelle sue immagini fotografiche, siano vedute panoramiche o fotografie di genere realizzate in studio a Yokohama. Il vicentino con passaporto statunitense era arrivato in Giappone nel 1876 e lì aveva intrapreso (da autodidatta) la professione di fotografo. Nel 1885, insieme al socio Kozaburo Tamamura, acquistò dal barone Raimund von Stillfried lo studio al 17 di Kyoryuchi con l’archivio della Japan Photographic Association (prodotto nei dieci anni...