Commenti
Fascismo e foibe, i conti con la storia
Memoria I conti con la nostra storia necessitano di una’assunzione di responsabilità e di una definitiva liberazione dalla mitologia degli «italiani brava gente» che ha finito per costituire un alibi persino per il fascismo i cui crimini di guerra non potranno mai essere uguali alle altre forme di violenza emerse nella «guerra totale» del 1939-1945.
Memoria I conti con la nostra storia necessitano di una’assunzione di responsabilità e di una definitiva liberazione dalla mitologia degli «italiani brava gente» che ha finito per costituire un alibi persino per il fascismo i cui crimini di guerra non potranno mai essere uguali alle altre forme di violenza emerse nella «guerra totale» del 1939-1945.
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 14 luglio 2020
L’immagine di Mattarella e Pahor, i presidenti della repubblica italiano e sloveno che si tengono per mano a Trieste evoca, nella sua dimensione storico-politica, una similitudine con l’incontro tra Mitterand e Kohl nel cimitero di Verdun del 1984. Nobile l’intenzione, diversi sia il contesto sia il racconto pubblico (quantomeno duale, quando non inconciliabile) prodotto dalle politiche della memoria dei due Paesi nell’ultimo quindicennio. A cento anni dall’incendio appiccato il 13 luglio 1920 dagli squadristi fascisti, lo Stato italiano restituisce finalmente alla minoranza slovena di Trieste il Narodni Dom ovvero la sua Casa del Popolo. Lo fa però nel quadro di...