Visioni
Fatih Akin, la melassa sul genocidio armeno
Venezia 71 «The Cut» del regista turco racconta una terribile pagina della storia ma senza avere il coraggio di prendere posizione. Un'opera irrisolta
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Venezia 71 «The Cut» del regista turco racconta una terribile pagina della storia ma senza avere il coraggio di prendere posizione. Un'opera irrisolta
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 2 settembre 2014
Cristina PiccinoVENEZIA
Può a un film bastare il suo soggetto? Viene da chiederselo uscendo da The Cut, film «cinematograficamente» brutto (in gara ma perché?) per costruzione narrativa, scelte visuali, format da coproduzione internazionale obbligato. Però a Venezia 71 The Cut è arrivato con un appeal mediatico extra-cinematografico (che ormai sembra prevalere), come il film di un regista turco, pure se Akim vive in Germania, che affronta il tabù del suo paese d’origine il genocidio armeno, che non in molti (lo hanno fatto per primi i francesi) riconoscono come tali. Nel 1915, mentre l’Europa è devastata dalla Prima guerra mondiale, i turchi deportano...