Alias Domenica
Fenomenologia del dipingere «dalle» stampe
Francesco Ceretti, "Genovesino e le carte stampate", Officina Libraria Biasimato dai critici cinquecenteschi, l’uso di trarre dalla grafica modelli per i quadri si impone nel Seicento e ha in Luigi Miradori un caso esemplare: il volume lo analizza, ad allargare all’intero secolo
Luigi Miradori detto il Genovesino, "San Gerolamo", part., 1650-’56, Vercelli, Museo Borgogna
Francesco Ceretti, "Genovesino e le carte stampate", Officina Libraria Biasimato dai critici cinquecenteschi, l’uso di trarre dalla grafica modelli per i quadri si impone nel Seicento e ha in Luigi Miradori un caso esemplare: il volume lo analizza, ad allargare all’intero secolo
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 21 marzo 2021
Michele Lucchese (da Michelangelo), “Sogno”, part., 1540-’45, bulino La letteratura artistica cinquecentesca ha condannato in diverse occasioni gli artisti che utilizzavano le incisioni come appoggio all’invenzione. Lomazzo e Armenini rimproveravano l’uso di idee altrui che generava «confusione degl’animi nostri». Il rischio era quello di indebolire l’ingegno limitando l’esercizio creativo, invaghendosi dei «trattolini troppo minuti» di qualcun altro; finendo per ridursi a imitatori o, peggio, a semplici coloristi. La polemica si poneva sulla scia del dibattito teorico sul ruolo intellettuale dell’artista, in fondo nobilitato da poco, e per forza delle clamorose invenzioni della maniera moderna. Da qua la reticenza; il...