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Fenomenologia del raduno pop

Fenomenologia del raduno pop

Storie/Dopo lo sgombero al rave dello scorso ottobre, un viaggio alle radici dei «rituali laici» «Musica, droga, assembramenti», eventi liquidati in fretta dalla politica, incapace di relazionarsi ad iniziative anche frutto di intricati processi sociali e culturali

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 19 novembre 2022
C’è una forte analogia simbolica tra lo sgombero del rave party a Modena il 31 ottobre scorso e la manifestazione nella piazza San Marco di Venezia il 18 giugno 1968: artisti e studenti manifestano contro una Biennale gestita in maniera paternalistica, antiquata, discriminante, abbracciando non solo le nuove istanze di un movimentismo ormai politico, ma pure il deciso contributo delle giovani avanguardie che stanno a loro volta rivoluzionando l’estetica moderna, a cominciare dalla pittura trendy (pop art, optical, informale) divenuta ben presto «oggetto mercantile». La manifestazione trova subito schierate le forze dell’ordine in assetto di guerra, ma i giovani sfilano...

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