Visioni
Ferraro: «Abbandoniamo la retorica, la resistenza vive nelle azioni»
Intervista Il regista racconta «I morti rimangono con la bocca aperta», in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Il ruolo della parola, la crisi del cinema, la guerra e le tracce dei partigiani
Una scena di «I morti rimangono con la bocca aperta
Intervista Il regista racconta «I morti rimangono con la bocca aperta», in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Il ruolo della parola, la crisi del cinema, la guerra e le tracce dei partigiani
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 20 ottobre 2022
Fabrizio Ferraro Il bianco abbacinante della neve, lo scuro dei vestiti malconci e degli alberi tra cui soffia il vento. È in questo paesaggio che si dipana il racconto di resistenza di Fabrizio Ferraro, I morti rimangono con la bocca aperta, presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Un gruppo di partigiani si aggira per le montagne, la paura di incontrare il nemico spinge ad avanzare, ma la direzione sembra perdersi. Cresce il sospetto, esemplificato dall’elemento femminile, richiamo alla vita non compreso; nel freddo della tormenta gli obiettivi sfumano come le figure dei personaggi, sagome fantasmatiche sui monti...