Lavoro
Ferrero e Loacker, lo sfruttamento intensivo delle nocciole
Capitalismo agroalimentare Dopo il terremoto nel maceratese la monocultura è diventata l’alternativa alla miseria. E le imprese ne approfittano. Carlo Petrini (Slow Food): "Le scelte produttive sono condizionate dalla domanda della grande industria e i contadini sono costretti a diventare lavoratori a cottimo"
Capitalismo agroalimentare Dopo il terremoto nel maceratese la monocultura è diventata l’alternativa alla miseria. E le imprese ne approfittano. Carlo Petrini (Slow Food): "Le scelte produttive sono condizionate dalla domanda della grande industria e i contadini sono costretti a diventare lavoratori a cottimo"
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 2 gennaio 2020
Cambiare la storia, cambiare la geografia, cambiare le persone. I terremoti del 2016 e del 2017 non hanno lasciato solo macerie sull’Appennino, hanno anche completato un processo già in atto da anni: quello dell’abbandono delle aree interne. La gente va a vivere altrove, il lavoro scompare, resta solo chi è troppo vecchio per inventarsi un presente diverso e chi non ha altre alternative. DA SEMPRE in queste zone si vive per lo più di pastorizia e agricoltura e adesso, con l’economia affidata soltanto a un flusso turistico non organizzato né foriero di grandi numeri, la crisi si fa sentire più...