Economia

Fiducia al decreto crescita, la maggioranza perde altri pezzi al Senato

Fiducia al decreto crescita, la maggioranza perde altri pezzi al SenatoEx Ilva a Taranto – Ansa

Il decreto crescita è stato approvato ieri dal Senato. L’esecutivo ha ricevuto tredici voti in meno dall’insediamento di Conte: da 171 a 158 voti. È sotto la maggioranza assoluta di 161. Ma il governo non perde la fiducia e parla di «un segnale che rilancia l’economia». Ancora tensioni sullo «scudo penale» all’ex Ilva dopo l'ultimatum del gruppo franco-indiano Arcelor-MIttal di chiudere gli impianti il sei settembre. Di Maio ha accusato Salvini di intervenire nella trattativa. Il leghista ha abbozzato, ma oggi è un altro giorno. Il 9 luglio tavolo al Mise con Arcelor Mittal e sindacati. «Governo incauto» (Re David, Fiom). Landini (Cgil) chiede all’azienda di «smetterla con i ricatti». «Le multinazionali scorazzano in Italia perché mancano le regole» (Barbagallo, Uil).

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 28 giugno 2019
Tredici voti in meno dalla prima fiducia a Conte (171). Dopo il voto definitivo sul decreto crescita ieri il governo balla al Senato. I 158 «sì» (104 «no» e 15 astenuti) che hanno approvato dopo settimane di maquillage segnano il punto più basso dell’ircocervo pentaleghista. In altri tempi il presidente del Consiglio sarebbe salito al Colle, oggi invece celebra l’approvazione di un provvedimento simile a un «omnibus» che contiene norme disparate dal «Salva Roma» poi trasformato in un «Salva Comuni» ai tre milioni di euro per Radio Radicale. Per Conte è «il segnale di un paese che fa sistema e...

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