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Filologici fantasmi della scena romana

Filologici fantasmi della scena romanaLa ricostruzione della prima personale di Giulio Paolini (Galleria La Salita, Roma, 1964), in "Mostre in mostra", Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2019 – © Paolo Darra

A Roma, Palazzo delle Esposizioni, "Mostre in mostra. Roma contemporanea dagli anni Cinquanta ai Duemila/1", a cura di Daniela Lancioni Titina Maselli 1955, Giulio Paolini ’64, Luciano Fabro ’71, Carlo Maria Mariani ’81, Jan Vercruysse ’90, Myriam Laplante 2004: con "Mostre in mostra" Daniela Lancioni ricostruisce sei insiemi d’epoca, con riflessione. Esiste ormai una storia del «ri-mostrare», che oscilla fra ricostruzione al dettaglio e «remake»: qui, come nume tutelare è indicato Paolini

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 14 luglio 2019
Chi si ricorda di Aguzzate la vista, nella vecchia «Settimana enigmistica»? C’erano due disegni l’uno a fianco dell’altro, gremiti di dettagli come cabinet del Seicento fiammingo, identici. Quasi identici, anzi. Perché alcuni particolari variavano, invece, e per trovarli toccava alquanto aguzzarsi, appunto. La stessa cosa succede, da un po’ di tempo, nel visitare certe mostre in compagnia di amici con qualche anno in più di noi. E allora – li si sente subito borbottare – bella, sì, ma figurati l’effetto che poteva fare allora… questo non era così, quello manca, quest’altro non c’era proprio… Se sempre più spesso, oggi, le...

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