Visioni

Fine della censura di Stato ma al cinema resta l’autocensura

Fine della censura di Stato  ma al cinema resta l’autocensura

Film La Commissione per la classificazione rimpiazza quella per la revisione. Pedagogisti, sociologi, avvocati ma solo quattro esperti del settore cinematografico

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 6 aprile 2021
L’ultimo caso di censura di un’opera cinematografica in Italia risale appena al 2012, quando la Commissione di revisione cinematografica ha negato il rilascio del nulla osta per l’horror indipendente Morituris di Raffaele Picchio – «per motivi di offesa al buon costume», e perché «la Commissione ritiene la pellicola un saggio di perversività e sadismo gratuiti» – mentre nel 1998 era stata la volta dello «scandalo» di Totò che visse due volte di Ciprì e Maresco. Da ieri, annuncia Franceschini, questo non potrà più accadere: è stata «abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi