L’architetta Martina Oppelli e l'avvocata Filomena Gallo in conferenza stampa a Trieste – Associazione Coscioni
Italia
Fine vita. Trieste, sul caso Oppelli condannata l’Asl inerte
Suicidio medicalmente assistito Il tribunale impone all'Asugi un risarcimento per la paziente tetraplegica a cui non è stato riconosciuto il diritto all'eutanasia per supposta mancanza del requisito del trattamento di sostegno vitale.
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 18 luglio 2024
A riempire il vuoto, in mancanza di una legge che garantisca a tutti il diritto di scegliere come morire, è ancora una volta un tribunale. Stavolta quello di Trieste, che ha condannato l’azienda sanitaria del Friuli Venezia Giulia per non aver offerto il servizio pubblico dovuto alla 49enne triestina Martina Oppelli. Architetta, tetraplegica e affetta da sclerosi multipla, la donna aveva chiesto l’accesso al suicidio medicalmente assistito ma otto mesi fa aveva ottenuto un rifiuto dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina (Asugi) che l’aveva ritenuta non idonea per mancanza – così scriveva – del requisito del trattamento di sostegno vitale. Requisito...