Politica

Floppisti sì, ma di successo. La meritocrazia dell’era Renzi

Floppisti sì, ma di successo. La meritocrazia dell’era RenziAntonio Campo Dall'Orto

I fenomeni Conti in rosso e share a picco, le medaglie dei nuovi dirigenti

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 7 agosto 2015
Merito, capacità o, per lo meno, «riconosciuto prestigio e competenza professionale» (e anche «notoria indipendenza di comportamenti»), come richiede perfino la legge Gasparri fra i requisiti indispensabili per essere nominati alla governance Rai. Ma evidentemente la meritocrazia all’epoca di Renzi è un concetto complesso, contraddittorio, reversibile. O almeno suscettibile di ampia interpretazione. Succede così che ieri il presidente del consiglio ha salutato la nomina del manager Antonio Campo Dall’Orto a direttore generale Rai e quella di Monica Maggioni a presidente come una scommessa «su professionalità e competenza». E di scommessa, in effetti, si tratta. Anche un po’ azzardata. Perché il...

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