Visioni

Flussi monologanti nelle pieghe di un malessere esistenziale

Flussi monologanti nelle pieghe di un malessere esistenzialeMario Perrotta – foto di Luigi Burroni

A teatro «In nome del padre» è una scrittura densa e triste, portatrice di un malessere esistenziale, che Mario Perrotta aggrava moltiplicando per tre il personaggio.

Incipit di quel «segno della croce» di catechistica memoria, In nome del padre è una scrittura densa e triste, portatrice di un malessere esistenziale, che Mario Perrotta aggrava moltiplicando per tre il personaggio. Passato al Teatro Biblioteca Quarticciolo, lo spettacolo scava nelle pieghe della «normalità», rintracciandovi la trama di un disagio, personale e sociale, nel quotidiano confronto con figlie e figli adolescenti. Solo in scena, l’attore-autore-regista dà vita a questo padre trino con dedizione istrionica, tipicizzando con tre differenti partiture gestuali e inclinazioni dialettali una figura spaesata e con una spiccata attitudine al vittimismo. Tre padri di diversa estrazione culturale,...

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