Europa

Fondi neri nella saga dei Le Pen

Fondi neri nella saga dei Le PenMarine Le Pen – Reuters

Inchieste in corso I giudici anti-corruzione indagano su finanziamenti illeciti del Fronte nazionale. Il micro-partito Jeanne, fondato da Marine Le Pen nel 2010, sospettato di "truffa" per aver venduto ai candidati delle legislative del 2012 un "kit di campagna" a più di 16mila euro. Il vecchio Le Pen vuole "difendersi" dal tentativo di parricidio in corso e accusa la guardia ravvicinata della figlia, in particolare Florian Philippot, "componente aggiunta di recente", di voler "sabotare" il partito per farlo entrare "nel sistema".

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 11 aprile 2015
In pieno tentativo di parricidio, con l’obiettivo di togliere l’ostacolo delle “provocazioni” estremiste di Jean-Marie Le Pen e spianarsi la strada per le presidenziali del 2017, Marine Le Pen deve ora fare i conti con la giustizia. Quattro suoi stretti collaboratori sono nel mirino dei giudici anticorruzione, sospettati di “finanziamento illegale” della campagna elettorale del 2012. Crediti, assunzioni fittizie, false fatture di società-paravento sono al centro dell’indagine (simile a quella che aveva coinvolto nel 2004 Alain Juppé ed era costata all’ex ministro una lunga sospensione dall’attività politica). E c’è di peggio: il micro-partito Jeanne, fondato da Marine Le Pen nel...

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