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Fontanesi, fortuna postuma

Fontanesi, fortuna postumaAntonio Fontanesi, "Sulle rive del Po a Torino", 1870 circa, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

A Reggio Emilia, Palazzo dei Musei, "Antonio Fontanesi e la sua eredità. Da Pellizza da Volpedo a Burri" Dall’uniformità dei suoi paesaggi Antonio Fontanesi trasse i più sottili effetti di luce, che fecero scuola per Pellizza da Volpedo. Carrà vi ha visto ordine, Francesco Arcangeli un anticipo dell'Informale

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 giugno 2019
Giorgio VillaniREGGIO EMILIA
Raccontano che una volta, nel culmine dell’amarezza, Antonio Fontanesi abbia mormorato: «Felice l’artista che nasce dopo morto». Alla concettosa fantasia di un seicentista sarebbe bastata la concisione epigrammatica di questa frase a dar conto della vita del pittore. Non ricordo qunado sia stata pronunciata, certo è che, incisa sulla sua lapide, all’ombra di una qualche dogliosa rappresentazione allegorica dell’Arte in gramaglie, avrebbe figurato come il più acconcio degli epitaffi. Eppure Antonio Fontanesi (1818-1882) non fu un artista umbratile e appartato. Fin dal 1850 si era trasferito a Ginevra dove era entrato in confidenziale amicizia col mercante d’arte Victor Brachard e...

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