Alias Domenica
Fra Sereni e Betocchi risalta l’aggettivo umano
Carteggi "Un uomo fratello", epistolario 1937-’82 tra Vittorio Sereni e Carlo Betocchi, da Mimesis: per entrambi conta e resiste la scrittura, mentre l’Italia che cambia lascia segni profondi su uomini e libri
Betocchi ritratto da Ottone Rosai, 1954-’55, Firenze, Museo Novecento
Carteggi "Un uomo fratello", epistolario 1937-’82 tra Vittorio Sereni e Carlo Betocchi, da Mimesis: per entrambi conta e resiste la scrittura, mentre l’Italia che cambia lascia segni profondi su uomini e libri
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 6 gennaio 2019
A volte le lettere trasmettono la ‘voce’ mentale di un poeta più chiaramente delle sue opere. Accade, in particolare, per Vittorio Sereni: si ha l’impressione, o l’illusione, che le situazioni e i dialoghi delle poesie entrino in risonanza con il suo epistolario, ne proseguano il discorso. Non è una questione di autenticità o di utilità: i carteggi di Sereni sono preziosi per commentare i suoi libri, certo, ma non più di quanto accada per altri autori novecenteschi. Il punto è che Sereni scrive le poesie come scrive le lettere, con la stessa postura e il medesimo pathos della ferialità. Per...