Italia
Fragole e sciacalli, il caso Basilicata in commissione antimafia
L'ultima La crisi coltiva l’abbandono delle campagne: agricoltori depredati e deprivati. Un’accumulazione fondiaria che puzza di criminalità organizzata. E chi si ribella viene incriminato per «rapina ed estorsione». Il caso Basilicata arriva in Commissione Antimafia
Serre a Metaponto
L'ultima La crisi coltiva l’abbandono delle campagne: agricoltori depredati e deprivati. Un’accumulazione fondiaria che puzza di criminalità organizzata. E chi si ribella viene incriminato per «rapina ed estorsione». Il caso Basilicata arriva in Commissione Antimafia
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 16 ottobre 2014
Lupi, gatti selvatici, volpi, lepri, qualche capriolo; cavalli, muli e un fottìo di ciucci; vacche, pecore, capre e caproni; uccelli quanti ne volete, anche rapaci, falchi e ciovette; e poi rettili, salamandre, tartarughe, ovviamente il basilisco; insetti a iosa, mosche, zanzare e vespe, ma anche farfalle e libellule; e infine la leggendaria tarantola. La popolazione faunistica in Basilicata è voluminosa e variegata, e ha popolato la regione ancor prima della comparsa del sapiens: terrificanti sauri, enormi elefanti, giganteschi erbivori. Insomma, le terre lucane sono (e sono state) attraversate da milioni di animali. Ma mai dagli sciacalli. Cani, cagnoni e cagnolini,...