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Franco Battiato, elegia dell’ossimoro

Franco Battiato, elegia dell’ossimoroFranco Battiato in una pubblicità del 1971 per un divano Busnelli

Ricordi/Una carriera imperniata su contrasti forti, su percorsi musicali spesso antitetici. Sempre però amato e intergenerazionale Gli anni Settanta in una Milano tumultuosa e creativa, i primi album sperimentali, «Fetus» e «Pollution», il ritorno alle canzoni

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 22 maggio 2021
La tentazione di abusare di un titolo inflazionato da un’opera di un altro siciliano come lui, Pirandello, è fortissima. Ma sarebbe pura verità. Battiato, scomparso lo scorso 18 maggio, nei suoi intensi settantasei anni di vita, quattro quinti dei quali spesi (bene) a inventare note sempre diverse è stato per davvero «uno, nessuno e centomila». Per certi versi, la sua figura assieme discretamente lontana dal clamore mediatico, e presentissima invece (per riferimenti, citazioni, interpretazioni, omaggi) in un orizzonte «popular» dove si contano sulle dita di due mani i maestri, è vicina a quella dei «grandi eretici» musicali. Si tratta naturalmente...

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