Alias Domenica
Fraterno duetto per disarmoniche visioni quotidiane: Berkson e O’Hara
Scrittori americani La pragmatica aderenza al reale di due esponenti della scuola di N.Y. in forma di recensione, litigioso carteggio, racconto erotico: a cura di Daniela Daniele, gli «Inni di St. Bridget», arricchiti da un video di Daniele Pomilio in allegato, con la voce di studiosi di quel mondo quasi scomparso: da Mimesis
Alex Katz, «Frank O’Hara», 1959
Scrittori americani La pragmatica aderenza al reale di due esponenti della scuola di N.Y. in forma di recensione, litigioso carteggio, racconto erotico: a cura di Daniela Daniele, gli «Inni di St. Bridget», arricchiti da un video di Daniele Pomilio in allegato, con la voce di studiosi di quel mondo quasi scomparso: da Mimesis
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 7 marzo 2021
«Faccio questo, faccio quello»: suona così la formula più sfruttata lungo gli anni per dire dello stretto rapporto che la poesia della Scuola di New York ha avuto con la quotidianità, l’autobiografismo, e la presa sul reale, da parte degli intellettuali che ne erano parte, attivi all’interno di uno stretto e vorticante lembo geografico, avanguardistico e ambiziosamente innovativo degli Stati Uniti del dopoguerra. Lo ricorda e lo discute estensivamente Daniela Daniele, attenta curatrice di un recente volume, Inni di St. Bridget (Mimesis, pp. 152, € 22,00) firmato a quattro mani da Bill Berkson e Frank O’Hara, proponendoci in traduzione italiana...