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Free party, la repressione è già in atto. Ma non serve
Technofestival "Nature One" a Kastellaun, in Germania, nel 2019 – Dpa /Ap
Diritti Si tratta di un caso paradigmatico, nel quale il nemico da colpire è davvero facile da identificare: giovani che ascoltano musica rumorosa e che usano droghe occupando la proprietà altrui senza alcuna autorizzazione.
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 3 novembre 2022
Non c’è stato quasi il tempo di nominare i sottosegretari che il governo Meloni si è scagliato contro i rave. Lo ha fatto in modo talmente abnorme da riuscire ad unire l’opposizione (Calenda e Renzi esclusi, sempre che opposizione siano). Le critiche si sono concentrate soprattutto sull’estensibilità di norme molto vaghe a qualsivoglia raduno, sorvolando sulla questione centrale della criminalizzazione dei rave. In effetti si tratta di un caso paradigmatico, nel quale il nemico da colpire è davvero facile da identificare: giovani che ascoltano musica rumorosa e che usano droghe occupando la proprietà altrui senza alcuna autorizzazione. Quasi indifendibili, se...