Cultura

Frontiere, architetture del potere

Frontiere, architetture del potere«Teeter Totter Wall» by architecture studio Rael San Fratello with Colectivo Chopeke

Cartografie Una riflessione intorno alla rievocazione odierna delle pratiche colonialiste di controllo del mondo. Le mappe stabiliscono non solo il territorio e il possesso, ma anche i confini cognitivi che localizzano e controllano i corpi e le culture sia in patria che all’estero

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 19 gennaio 2022
Oggi, dalle steppe dell’Asia occidentale al Mar Mediterraneo, c’è una drammatica ed esplicita rievocazione del controllo del mondo che è coloniale negli intenti e imperiale nella sua portata. La violenza strutturale della disuguaglianza planetaria che stimola la migrazione contemporanea e rivolte sociali ha riaperto le porte del passato. Migranti e minoranze, contestati da ferventi nazionalismi e dall’universalismo parrocchiale dell’identità, mettono in crisi il presunto illuminismo del progresso. LE NOSTRE MAPPE cognitive e fisiche sono rozzamente disturbate, persino lacerate, e non riescono a tracciare la diffusione e la profondità di ciò che sta accadendo. Le mappe, come hanno efficacemente sottolineato Sandro...

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