Alias
Funk, l’arma segreta della blaxploitation
Fenomeni/Un classico cinematografico anni Settanta le cui colonne sonore ebbero un impatto travolgente «Shaft», «Super Fly», «Black Caesar» e una sfilza di altri titoli sospinsero in classifica Isaac Hayes, Curtis Mayfield o James Brown
Fenomeni/Un classico cinematografico anni Settanta le cui colonne sonore ebbero un impatto travolgente «Shaft», «Super Fly», «Black Caesar» e una sfilza di altri titoli sospinsero in classifica Isaac Hayes, Curtis Mayfield o James Brown
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 marzo 2020
Sono passati cinquant’anni da quando l’uragano blaxploitation travolse gli Stati Uniti, segnando uno spartiacque definitivo nel rapporto tra cinema e blackness, tra Hollywood e comunità afroamericana. Due film in particolare – Cotton Comes to Harlem del 1970 e Sweet Sweetback’s Baadasssss Song del 1971 – furono pionieri e prototipo del genere inaugurando una stagione creativa tanto breve quanto intensa. Con il termine blaxploitation, fusione di «black» e «exploitation» (da to exploit, sfruttare), si raggruppano quelle pellicole anni Settanta in cui venivano sfruttate la black culture e le tensioni interne ai ghetti neri urbani per produzioni cinematografiche commerciali a basso budget,...