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G20, un fragile inno neoliberista
Il meeting dei grandi ad Hangzhou Il G20 sogna di attrarre i mercati di capitale privati con nuove forme di partenariati pubblico-privati e meccanismi finanziarizzati, gli stessi che hanno condotto alla crisi dei sub-prime, come se nulla è stato. Ma perché il privato dovrebbe investire in progetti che ripagheranno poco e solo tra molti decenni?
Il meeting dei grandi ad Hangzhou Il G20 sogna di attrarre i mercati di capitale privati con nuove forme di partenariati pubblico-privati e meccanismi finanziarizzati, gli stessi che hanno condotto alla crisi dei sub-prime, come se nulla è stato. Ma perché il privato dovrebbe investire in progetti che ripagheranno poco e solo tra molti decenni?
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 6 settembre 2016
Si è chiuso ieri il vertice dei capi di Stato e di governo del G20 a Hangzhou, il primo della storia ospitato dalla Cina. Un’occasione per questo paese ed il suo Presidente Xi per legittimarsi ancora di più sulla scena internazionale come potenza globale. Eppure dietro i discorsi retorici e i comunicati finali come non mai è emersa la debolezza e poca credibilità del club delle 20 economie più influenti sul pianeta. Nato alla fine del 2008 per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria originata negli Stati Uniti e poi ufficializzato con il vertice di Londra del 2009 come...