Alias Domenica
Garbari, cattolicesimo in colori ghiacciati
Maestri in ombra / Speciale estate Arte italiana tra le due guerre. Tullio Garbari cercava la «buona pianta» e la trovò in pittura, salutato da Persico a Milano, nel 1930, come un maestro. La sua pittura è candida, troneggiante, convintamente anacronistica. Uomo di bontà «ostile», di spiritualità maldestra, fu attratto dal pensiero di Jacques Maritain
Tullio Garbari, "La sibilla di Terlago", 1930, Rovereto, Mart
Maestri in ombra / Speciale estate Arte italiana tra le due guerre. Tullio Garbari cercava la «buona pianta» e la trovò in pittura, salutato da Persico a Milano, nel 1930, come un maestro. La sua pittura è candida, troneggiante, convintamente anacronistica. Uomo di bontà «ostile», di spiritualità maldestra, fu attratto dal pensiero di Jacques Maritain
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 27 agosto 2017
Un bel pavimento a scacchi bianchi e rossi nell’androne; le tante porte che si affacciano sono scandite da stipiti in pietra grigi; al centro un’imprevista colonna in pietra rossa, con tanto di capitello, a sorreggere l’architrave. Strano mix di bella casa contadina, con innesto di elementi che sembrano piovuti da un altro mondo. Una casa-specchio per Tullio Garbari che qui era nato nel 1892: lascia affiorare un mondo intimamente ordinato, ma anche evidenzia, in termini molto gentili, la presenza di una anomalia. Siamo a Pergine Valsugana. A quei tempi era territorio asburgico, ma per Garbari indiscutibilmente marchiato dalle radici retiche:...