Alias Domenica

Garzi, nobile maestro nella recessione romana

Garzi, nobile maestro nella recessione romanaLuigi Garzi: "Alfeo e Aretusa", part., collezione privata; "Dio fluviale disteso", New York, Metropolitan Museum

"Luigi Garzi 1638-1721. Pittore romano", a cura di Francesco Grisolia e Guendalina Serafinelli, Officina Libraria Fu Giovanni Previtali a scrivere della difficoltà di studiare i pittori del secondo Seicento romano, omologatisi all’ombra dei modelli classici, da Raffaello a Poussin: Luigi Garzi, uno di loro, è adesso oggetto di volume a più voci, dove si scandaglia la perspicacia visiva con cui questo allievo di Sacchi interpretò il conformismo del suo tempo

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 17 marzo 2019
L’originalità non è il tratto distintivo della pittura romana al dissolversi del Seicento. La trama è quella consueta dei tempi di crisi: le nostalgie retrospettive soppiantano ogni slancio in avanti e favoriscono ampi spazi di omologazione. I pittori si muovono in un recinto strettissimo, dentro una tenaglia che stritola i tentativi di originalità e rifiuta programmaticamente l’avanzamento. Perciò mettono a punto una linea comune, convinti che la via per superare lo sconcerto della regressione in professionisti di periferia sia una sola, rifugiarsi all’ombra dei grandi maestri (da Raffaello a Correggio, da Annibale Carracci a Nicolas Poussin). Inevitabile che questo approccio...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi