Internazionale
Gaza, non cambia verso
Coazioni a ripetere Alcuni giorni fa, dall’archivio smisurato del mio computer è sbucata una specie di poesia, titolata Gaza, datata 9 gennaio 2009. Certo, ricordavo di averla scritta e in pieno «Piombo fuso». […]
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Coazioni a ripetere Alcuni giorni fa, dall’archivio smisurato del mio computer è sbucata una specie di poesia, titolata Gaza, datata 9 gennaio 2009. Certo, ricordavo di averla scritta e in pieno «Piombo fuso». […]
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 29 luglio 2014
Alcuni giorni fa, dall’archivio smisurato del mio computer è sbucata una specie di poesia, titolata Gaza, datata 9 gennaio 2009. Certo, ricordavo di averla scritta e in pieno «Piombo fuso». Tre giorni prima un raid dell’esercito israeliano aveva colpito una scuola dell’Unrwa e ucciso quaranta persone, delle trecentocinquanta sfollate dal campo profughi di Jabaliya. La ricordavo, quella specie di poesia, ma non l’avevo mai più riletta. Lo ho fatto e la sua attualità mi ha provocato un senso d’angoscia quasi insostenibile. «Disperanti/ i corpicini avvolti/ in candidi sudari/ che la calcolatrice impazzita della strage/ moltiplica giorno dopo giorno./ Disperanti/ i...