«Gedankenstrich», Segno di frattura o di precisazione, a volte di pura follia
Edvard Munch, Ritratto di Friedrich Nietzsche, 1906
Alias Domenica

«Gedankenstrich», Segno di frattura o di precisazione, a volte di pura follia

Il respiro della prosa/7 Il trattino lungo, usato in abbondanza da Byron, infastidiva Leopardi, che non vi leggeva tanto uno scopo grammaticale né espressivo, quanto una attrazione da imbonitore: nelle intenzioni di Nietzsche il «Gedankenstrich», ha una valenza sia patetica, sia militaristica, sia eroica. Conferisce al testo un tono da profeta: meglio, da invasato
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 agosto 2022
Il trattino lungo, in tedesco Gedankenstrich, usato con moderazione da Goethe, che nel Werther sostiene di non apprezzarlo granché ma di non potersi esimere dall’adoperarlo, e amato alla follia (è il caso di dirlo) da Nietzsche, è – come apprendiamo dalla imprescindibile Storia della punteggiatura europea diretta da Bice Mortara Garavelli – un acquisto piuttosto recente, nella lingua tedesca. Deriva dal dash inglese, molto più diffuso anche se anch’esso relativamente recente; in Italia a fare scuola è la traduzione di Sterne fatta da Foscolo, in Germania è, soprattutto, il Corsaro di Byron, che è tutto un dash. Ciò infastidiva, non...

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