Visioni

George Lewis, note classiche «creolizzate», per una identità-mosaico

George Lewis, note classiche «creolizzate», per una identità-mosaicoGeorge Lewis

Intervista Oggi si apre la 65a Biennale Musica di Venezia, intitolata «Choruses – Drammaturgie Vocali»: il musicista racconta «Amo», composizione realizzata su commissione della kermesse lagunare

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 17 settembre 2021
Negli ultimi anni in alcuni scritti George Lewis ha richiamato l’attenzione sullo scarto esistente fra il mondo dell’arte contemporanea – nel quale, per effetto per esempio dell’azione di un critico e curatore come il nigeriano Okwui Enwezor, si è assistito ad una rappresentazione progressivamente più equilibrata della produzione artistica: non solo bianca, europea e nordamericana, ma anche di altri continenti, dell’Africa e della diaspora africana – e quello della musica contemporanea di matrice accademica, che continua a mostrare una schiacciante egemonia bianca (e maschile). Un interessante segnale nel senso della «decolonizzazione» di questo ambito auspicata da Lewis viene dalla 65esima...

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