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Giacomelli – Burri, amicizia laconica sulle ceneri del realismo

Giacomelli – Burri, amicizia laconica sulle ceneri del realismoMario Giacomelli, "Storie di terra", 1984

A Senigallia, Palazzo del Duca, "Giacomelli/Burri. Fotografia e immaginario materico", a cura di Marco Pierini e coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi Dopo la fase «neorealista», la svolta informale e «cabalistica» del fotografo marchigiano fu all’insegna del crogiuolo materico del pittore dei sacchi e dei cretti

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 5 settembre 2021
Massimo RaffaeliSENIGALLIA (AN)
Alberto Burri, “Sacco”, 1955, Città di Castello, Fondazione Palazzo Albizzini   Fu un’amicizia laconica, di silenzi e parole pronunciate in clausola a taciti gesti di intesa, quella tra Mario Giacomelli e Alberto Burri, amicizia de lonh nonostante un solo contrafforte dell’Appennino umbro-marchigiano dividesse Senigallia da Città di Castello. Si videro pochissime volte o nella officina di Burri o nella ingombra tipografia del centro storico di Senigallia dove il fotografo passava la giornata prima di salire sui calanchi dell’alta valle del Misa, tra i campi che per almeno due decenni ne furono gli ispiratori en hommage di Burri stesso, suo battistrada...

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