Alias Domenica
Giacomo Lubrano, predicatore barocco artificiere di metafore, denudava il sacro
Classici italiani Il «Verme umile» (= baco da seta) come figura dell’azione creatrice, tanto dell’artista quanto di Dio: l’edizione commentata delle «Scintille poetiche» del «marinista» napoletano Giacomo Lubrano, da Carocci
Guido Cagnacci (1601-1663), «Allegoria della Vanitas e della Penitenza», già Nelson Shanks Collection
Classici italiani Il «Verme umile» (= baco da seta) come figura dell’azione creatrice, tanto dell’artista quanto di Dio: l’edizione commentata delle «Scintille poetiche» del «marinista» napoletano Giacomo Lubrano, da Carocci
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 18 dicembre 2022
«Arte è la vita mia: tesso, e ritesso / le viscere spremute in bave d’oro»: l’arguta espressione, potenziale indovinello, designa il baco da seta, ma cela altresì chiunque faccia opera creativa con materiali di provenienza intestinale, dal poeta che scrive con l’inchiostro al Creatore che modellò il fango. Nell’infinitamente piccolo si specchia l’infinitamente grande, secondo quella logica della metafora barocca che è conciliazione con la trascendenza attraverso l’apparenza. Da sempre regina delle figure poetiche (fin da Aristotele, che la pone al centro della sua Poetica), la metafora è il cuore stesso dell’estetica barocca: «il più ingegnoso e acuto, il più...