Cultura

Gianni Vattimo, dentro il coraggio di una innovazione

Gianni Vattimo, dentro il coraggio di una innovazioneGianni Vattimo, Getty Images

RITRATTI Dai libri alle candidature politiche. Addio al filosofo torinese. Con Pier Aldo Rovatti, introduce il concetto di «pensiero debole» che, nel 1983, diventa un libro. Se il suo maestro Luigi Pareyson aveva importato e sviluppato in modo profondo e originale l’esistenzialismo di Jaspers, lui «traduce» in Italia Heidegger. Quella parte degli anni Ottanta caratterizzata da una temperie postmodernista vede nell’autore, insieme a Lyotard e Rorty, le punte più significative

Pubblicato circa un anno faEdizione del 21 settembre 2023
Gianni Vattimo non si può ridurre alla fortunata, ma anche vituperata formula del «pensiero debole». Nel suo percorso c’è molto altro di interessante. Dal punto di vista biografico, si può dire che Vattimo ha vissuto un’esistenza «esposta», tutto il contrario di quella appartata che di solito si attribuisce al filosofo tradizionale. La sua vita pubblica comincia quando negli anni Settanta si candida alle elezioni nelle liste del Fuori, il movimento di liberazione omosessuale. Continua con le diverse e anche spregiudicate candidature politiche (tra l’altro anche con Di Pietro e con i comunisti di Rizzo) e finisce nelle pagine di cronaca...

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