Cultura

Ginette Kolinka: «Per ricordare chiudo gli occhi e rivedo tutto davanti a me»

Ginette Kolinka: «Per ricordare chiudo gli occhi e rivedo tutto davanti a me»Ginette Kolinka

L'intervista Parla l’autrice di «Ritorno a Birkenau», pubblicato da Ponte alle Grazie, presentato alla Casa della Memoria di Roma. A 95 anni è una delle ultime sopravvissute alla Shoah. Nel lager ha perso il padre, un fratello piccolo e un nipote. A Parigi fu denunciata ai nazisti con la famiglia perché comunista. E nuovamente a Avignone perché ebrea

«Un tempo mi commuovevo anche solo leggendo un romanzo rosa, ma dopo Birkenau ho smesso di piangere quasi del tutto». Sorride, un’espressione serena che le illumina il volto, mentre scandisce con calma le parole. Ginette Kolinka ha 95 anni, ma quando racconta la sua storia torna ad essere la ragazza, ne aveva 19 all’epoca, che nel marzo del 1944 fu arrestata dalla Gestapo e dalla Milizia di Vichy e deportata nel lager di Birkenau dove trascorse sei mesi prima di essere evacuata a Bergen-Belsen e quindi a Theresienstadt. La sua famiglia, denunciata ai tedeschi in quanto comunista era già fuggita...

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