Italia

Gioia Tauro, la rivolta del canalone

Gioia Tauro, la rivolta del canaloneLa protesta del Comitato 7 agosto

Calabria Smaltimento illecito di rifiuti: aperto un fascicolo a Palmi. Sigillato un capannone nell’area del porto. La svolta l’hanno data i cittadini del Comitato 7 agosto. Da quel giorno San Ferdinando lotta per il suo mare

Silvio Messinetti SAN FERDINANDO (RC)
Il Belpaese ha coste deturpate e mari inquinati. Il rapporto di Legambiente, Goletta verde 2016, è drastico: «Ogni 54 km di litorale c’è un punto inquinato». Le regioni messe peggio sono Marche, Abruzzo e Calabria. Depuratori che non funzionano, bonifiche mai realizzate, scarichi liberi a mare. Le istituzioni e la politica latitano. I cittadini si lamentano, protestano. E a volte si ribellano. Si muove la Procura Rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, all’interno di tre capannoni nel porto di Gioia Tauro. Ma alla richiesta di spiegazioni dei carabinieri del nucleo ecologico, i titolari della società Coopmar, attiva nello scalo marittimo...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi