Economia
Giorgetti, il ministro fantasma: al Mise solo disastri, litigi e assenze
Tormenti Leghisti Dimissioni o rimpasto: un modo per nascondere il flop. L’idiosincrasia per gli operai, il no alle sanzioni sulle delocalizzazioni, fino al niente sull’auto che ha portato alle critiche di Confindustria
Giancarlo Giorgetti con Matteo Salvini – Foto LaPresse
Tormenti Leghisti Dimissioni o rimpasto: un modo per nascondere il flop. L’idiosincrasia per gli operai, il no alle sanzioni sulle delocalizzazioni, fino al niente sull’auto che ha portato alle critiche di Confindustria
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 31 gennaio 2022
Giancarlo Giorgetti passa per essere un politico molto intelligente. Come ministro dello Sviluppo economico ha mostrato altre qualità. Prima delle quali è sicuramente la capacità di non occuparsi dei tanti problemi che dovrebbero essere risolti a via Veneto e via Molise. Dalle tante vertenze e crisi industriali all’ecobonus, dal caro-bollette alla gestione del Pnrr, dalla produzione di vaccini agli impatti della transizione ecologica alzi la mano chi ricorda una decisione presa da Giorgetti. Doveva guidare il dicastero «motore della ripresa» nel «governo dei migliori» guidato dal suo amico Draghi. Doveva rappresentare il pragmatismo del nord produttivo che snelliva la burocrazia...