Cultura

Giorgio Perlasca, «dispensatore» di vita

Giorgio Perlasca, «dispensatore» di vita

Everteen L'albo edito da Lapis «Il cavaliere delle stelle», di Luca Cognolato e Silvia Del Francia, illustrazioni di Fabio Sardo. Una biografia dai toni fiabeschi del giusto di Budapest

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 16 gennaio 2021
Furono 5218 gli ebrei ungheresi che Giorgio Perlasca salvò dal rastrellamento, fingendo di essere il console spagnolo a Budapest e preparando altrettanti falsi documenti per tutte quelle persone. Poi si eclissò, tornò ad essere «anonimo» fino a quando negli anni 80, alcune donne ungheresi, all’epoca bambine, lo andarono a cercare, credendolo ancora l’ambasciatore che non era mai stato. O meglio, durante la seconda guerra mondiale, era stato mandato nei paesi dell’est con lo status di diplomatico per comprare la carne che serviva all’Esercito italiano. Fu un «giusto» Perlasca, che però nella sua prima parte della vita non prometteva una così...

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