Internazionale
Giovane e palestinese a Gerusalemme
Palestinesi Alaa e Nabil raccontano le loro ansie e speranze. Tra la soddisfazione per le proteste che il mese scorso hanno costretto Netanyahu a revocare i provvedimenti di sicurezza sulla Spianata delle moschee e la frustrazione per una vita segnata da disoccupazione e povertà
Palestinesi Alaa e Nabil raccontano le loro ansie e speranze. Tra la soddisfazione per le proteste che il mese scorso hanno costretto Netanyahu a revocare i provvedimenti di sicurezza sulla Spianata delle moschee e la frustrazione per una vita segnata da disoccupazione e povertà
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 6 agosto 2017
Michele GiorgioGERUSALEMME
A Bab Hotta si respira l’umore della città vecchia di Gerusalemme. È l’anima più vera della zona araba, almeno di quella racchiusa dalle mura antiche. Non è la più povera. Quartieri come Issawiyeh, Silwan, Abu Tur la superano in questa triste classifica ma qui si vive di lavoretti, occupazioni saltuarie spesso di espedienti. Fare il manovale o il cameriere in una trattoria nella zona ebraica è il massimo al quale possono aspirare i giovani di Bab Hotta da quando la Gerusalemme palestinese, con la costruzione del Muro israeliano, è stata isolata dal resto della Cisgiordania. «Mio fratello fino a qualche...