Giovanna Ricoveri, l’ ambientalismo per cambiare la società
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Giovanna Ricoveri, l’ ambientalismo per cambiare la società

Il ricordo Giovanna Ricoveri se ne è andata, a Genova, nella notte fra il 3 e il 4 agosto. Cinque anni dopo Giorgio Nebbia, con il quale aveva collaborato fin dal 1991, […]
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 5 agosto 2024

Giovanna Ricoveri se ne è andata, a Genova, nella notte fra il 3 e il 4 agosto. Cinque anni dopo Giorgio Nebbia, con il quale aveva collaborato fin dal 1991, anno di nascita dell’edizione italiana di Cns-Capitalismo Natura Socialismo. La rivista di ecologia politica, diretta da Giovanna e da Valentino Parlato, faceva parte di una rete internazionale creata due anni prima in California da James O’Connor, il teorico della seconda contraddizione: quella fra capitale e natura.

Nata a Rosignano, sulla costa livornese, Giovanna Ricoveri aveva iniziato a collaborare stabilmente con la Cgil nei primi anni 1970, un impegno durato fino ai primi anni 1990. In seguito, dirigendo Cns, diventata poi Cns-Ecologia politica, si dedicò ad analizzare tre grandi questioni a lungo trascurate o negate dalle forze politiche della sinistra: la crisi ecologica come causa importante di crisi economica e sociale; lavoro e natura come due contraddizioni speculari che nel capitalismo maturo vanno affrontate insieme, due facce della stessa medaglia; l’importanza dei movimenti sociali nel superamento della crisi.

Negli anni 1990, forse solo su Cns si potevano leggere saggi guidati dalle interconnessioni che cromaticamente potremmo riassumere nella definizione “rosso-verde”. Giovanna fu anche straordinaria curatrice di diversi libri. Sviluppò l’idea della centralità della natura anche grazie ai rapporti con l’eco-femminismo a livello internazionale. Approfondì con passione l’antica eppure attualissima tematica dei beni comuni e si inserì, lei proveniente dal sindacato, nel dibattito internazionale sulla decrescita.

Le tante persone che – come noi – hanno avuto Giovanna come compagna di pensiero e attività, e come amica, sono approdate a lei per vie diverse. Chi partendo dal mondo del lavoro, chi da quello dell’ecologia. Giovanna era profondamente legata all’idea che per affrontare la crisi ecologica fosse indispensabile il contributo del movimento dei lavoratori, di chi agiva direttamente all’interno del sistema produttivo. E d’altro canto, per un vero ambientalismo che intendesse cambiare la società, era indispensabile il contributo dei lavoratori. Questione sociale e questione ecologica come inscindibilmente unite, una convergenza necessaria, ecco il messaggio centrale di Giovanna. Un contributo che ci mancherà, in un mondo pervaso dalla convinzione che il neoliberismo si possa in qualche modo governare, e che la questione ecologica si possa risolvere con la green economy, mantenendo intanto il sistema capitalistico.

Tanti i ricordi personali. Gli incontri con lei nella sua casa-ufficio erano sempre densi, a volte agitati, mai noiosi. Prima di passare all’enorme tavolo da lavoro, bianco e un po’ traballante sotto il peso di libri e fascicoli, l’accoglienza avveniva in cucina con il caffè e i biscotti. E come dimenticare i piatti toscani che cucinava anche per i vegetariani.

Negli ultimi due mesi aveva avuto un’emorragia cerebrale dalla quale purtroppo non si era più ripresa.

Nel libro collettivo pubblicato dalla Fondazione Luigi Micheletti nel 2016 per festeggiare i 90 anni di Giorgio Nebbia, Giovanna si esprimeva così: “Giorgio è uno scienziato che ha cuore e intelligenza”. Giovanna, valeva anche per te.

Un abbraccio alla famiglia e in particolare alle nipoti Eleonora e Luisa.

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