Commenti
Giulio Regeni e il dovere di denunciare
Le macchine del terrore Quello che può capitare a giovani italiani giornalisti o ricercatori in paesi, o contesti drammatici, è solo un risvolto di situazioni inaccettabili innanzitutto per chi ci vive. Situazioni che in qualche misura ci rimbalzano poi addosso. Accettare la violazione dei diritti umani non porta mai a niente di buono
Le macchine del terrore Quello che può capitare a giovani italiani giornalisti o ricercatori in paesi, o contesti drammatici, è solo un risvolto di situazioni inaccettabili innanzitutto per chi ci vive. Situazioni che in qualche misura ci rimbalzano poi addosso. Accettare la violazione dei diritti umani non porta mai a niente di buono
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 12 febbraio 2016
Avrei potuto fare la fine di Giulio Regeni quando mi arrestarono in Cile dopo il colpo di stato, tanti anni fa? Per un po’ di giorni l’Ambasciata non mi trovava né aveva conferma dell’arresto. Qualche europeo e qualche nordamericano vennero uccisi. Alcuni corpi non vennero mai trovati. Nel mio caso la notizia uscì quasi subito in Italia e ci furono sia le pressioni movimentiste di Lotta Continua («ridateci il nostro compagno», «collabora col nostro quotidiano») che quelle istituzionali diplomatiche richieste dalla mia famiglia. Ci fu anche il rischio di uno scontro tra le due pressioni, perché Lotta Continua, accanto alle...