Internazionale
Giza, capo della polizia già coinvolto in torture
Caso Regeni Masry al-Youm: il telefono di Giulio era sotto controllo. Il giornale filogovernativo egiziano accredita la pista del sequestro mirato, non gli arresti di massa
Il Cairo, sul percorso da via Yambo, dove abitava Giulio Regeni, alla fermata della metro El Behoos che avrebbe dovuto raggiungere – Ansa
Caso Regeni Masry al-Youm: il telefono di Giulio era sotto controllo. Il giornale filogovernativo egiziano accredita la pista del sequestro mirato, non gli arresti di massa
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 11 febbraio 2016
Nel caso Regeni tutto è sbagliato, scorretto e tragico. Ogni notizia potrebbe confondere, depistare e mischiare le carte. Ma una cosa è certa: l’unica voce che in Egitto si è levata fin qui per confermare le torture che il dottorando italiano ha subito è il capo della procura di Giza, Ahmed Nagy. Invece il capo del pool investigativo della polizia che sta seguendo il caso, Khaled Shalaby, per intenderci l’ufficiale che aveva subito derubricato l’omicidio Regeni come un incidente stradale, è stato condannato in primo grado nel 2003 per tortura dal tribunale di Alessandria, secondo gli attivisti Mona Seif e...