Internazionale
Gli afghani stanchi della guerra, «se Allah vuole»
Afghanistan senza pace né risultati elettorali A due mesi dal voto presidenziale non c’è traccia di dati certi. E mentre si aggrava la crisi istituzionale del governo imposto dagli Usa nel 2014, riparte la giostra del dialogo con i Talebani. Viaggio nella cruciale provincia orientale di Nangarhar
Dati ancora ignoti per le elezioni del 28 settembre. La Commissione elettorale insiste nel riconteggio; i due sfidanti, Abdullah e Ghani, nelle reciproche accuse di brogli – Afp
Afghanistan senza pace né risultati elettorali A due mesi dal voto presidenziale non c’è traccia di dati certi. E mentre si aggrava la crisi istituzionale del governo imposto dagli Usa nel 2014, riparte la giostra del dialogo con i Talebani. Viaggio nella cruciale provincia orientale di Nangarhar
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 30 novembre 2019
Giuliano BattistonJALALABAD
«E lei come le giudicherebbe elezioni simili: legittime o meno?». Il professor Sayed Ahmad Hashimi ci accoglie nel suo ufficio. Una scrivania, tre divani lungo le pareti, al centro un tavolino basso con tè e caramelle. Siamo nell’università di Nangarhar, alle porte di Jalalabad, capoluogo della provincia orientale di Nangarhar. Centrale negli equilibri politici e sociali dell’Afghanistan per peso demografico e posizione geografica: un lungo e poroso confine con le aree tribali del Pakistan. «CINQUECENTO DOCENTI, 13 facoltà, 17,000 studenti», snocciola Hashimi, che ci tiene a essere presentato come un religioso, «esperto di diritto islamico», non solo come rappresentante di...