Cultura

Gli errori visivi di un impressionista

Gli errori visivi di un impressionistaClaude Monet

Docu-film «Io e Monet» di Phil Grabsky, nelle sale italiane oggi e domani. Con l'ausilio di tremila lettere, si entra dentro il processo creativo di cento capolavori

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 14 febbraio 2017
«Ho fatto ciò che potevo, mi sembra sufficiente, non voglio essere paragonato ai maestri del passato (…) Sono schiavo del mio lavoro, cerco sempre l’impossibile. Non mi restano molti anni da vivere, ma devo dedicare tutto il mio tempo alla pittura, trovare qualcosa di valido…». È un Claude Monet anziano quello che scrive queste lettere nel 1918, giunto agli sgoccioli della sua esistenza, con una vita costellata di lutti (prima Camille, poi l’amatissima Alice e, infine, anche il figlio Jean, nel 1914). Un uomo che si sente l’unico superstite di un gruppo di amici – nel 1919 perderà anche Renoir...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi