Cultura

Gli incerti confini del linguaggio

Gli incerti confini del linguaggioFoto Freepik

ITINERARI CRITICI Dalla malinconia alla depressione, tra viaggi dentro e fuori di sé. Un percorso di letture al centro degli straniamenti esistenziali che restano disabitati dalle parole. Tra memoir e romanzi di recente pubblicazione, seguendo le scritture e le esperienza di Eva Meijer, Rachel Aviv, Claudia Ulloa Donoso e Sheila Heti. Dalla rappresentazione anatomica antica all’osservazione fisica di paesaggi materiali, le protagoniste dei libri si misurano con posture extraumane e oracolari

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 5 luglio 2024
Se osservassimo la malinconia attraverso il linguaggio potremmo dire che rassomiglia all’amore, la maggior parte delle volte, le parole che usiamo per nominarla si rivelano inappropriate a descriverla. Oggi la chiameremmo depressione, liberandoci dell’immagine della «bile nera» così cara all’anatomia antica e prendendo in prestito una parola più recente, che ricalca invece l’osservazione fisica di paesaggi materiali, a significare uno smottamento. Nel suo I limiti del mio linguaggio. Piccola indagine filosofica sulla depressione (Nottetempo, pp. 120, euro 15, traduzione di Chiara Nardo), la scrittrice e filosofa olandese Eva Meijer ne fornisce una definizione geografica – «immagina di camminare in un...

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